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Blog realizzato dagli alunni dell'Istituto di Istruzione Secondaria Superiore di Cassano Allo Ionio.
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27 aprile 2012
17:44 |
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Sabato 21
aprile 2012 la redazione del blog “Dentroleparole”
ha avuto il piacere di visitare il Centro stampa della Gazzetta del Sud
Calabria, sito a Rende (Cosenza). Ad accoglierci sono stati l’esperto di comunicazione
Dott. Cesare Parrotta e l’assistente amministrativo Vittorio Barile che, con
grande disponibilità, ci hanno fornito,
interessanti suggerimenti per il nostro lavoro di blogger, spiegandoci non solo la nascita di
questa testata giornalistica e il rapporto tra carta stampata e web ma anche come la Gazzetta del Sud, sempre al passo con
le innovazioni tecnologiche, sia passata alla videoimpaginazione, che consente
di comporre il giornale in "tempo reale", con l’inserimento delle
notizie, anche dell’ultima ora. Di
seguito viene presentato il video di questa entusiasmante visita.
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26 aprile 2012
16:14 |
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Dal 12 marzo, presso la nostra scuola, si stanno svolgendo degli incontri sulla prevenzione dell’alcolismo, tenuti da un sociologo, una psicologa e un dirigente medico della Unità Operativa di Educazione Sanitaria del Distretto Sanitario di Trebisacce.
La paura di noi ragazze era quella di assistere a dibattiti noiosi in realtà ascoltando le informazioni forniteci e immedesimandoci su quello che poteva essere il nostro futuro,ci siamo accorti di quanto fosse importante e interessante questa tematica.
Ci siamo ritrovati a discutere delle conseguenze che porta la dipendenza all’alcool e di quanta poca differenza possa fare bere un bicchierino di cocktail al posto di un bicchiere di birra o comunque qualsiasi altra bevanda alcolica.
L’alcolismo è un fenomeno diffuso tra tutti i ceti sociali, soprattutto fra i giovanissimi. Secondo recenti indagini statistiche oggi l’alcool uccide più dell’eroina. Numerosi incidenti stradali sono provocati da persone in stato di ebbrezza che in tal modo mettono a repentaglio la propria e l’altrui vita. Troppo spesso si sottovaluta il ruolo dell’alcool perché questa sostanza spinge ad essere violenti assumendo comportamenti imprevedibili. L’alcolismo è sempre esistito, ma oggi purtroppo coinvolge moltissimi giovani ed è diventata una vera piaga sociale. I giovani iniziano a bere per gioco, per sentirsi più grandi, più rispettati, più adulti, più sicuri di sé. Si finisce con il bere sempre di più fino a cadere nella spirale del vizio, un vizio che stritola, che toglie ogni volontà e la stessa dignità di essere umani.
Le bevande più usate sono vino, cocktail e al primo posto la birra perché si pensa che contiene un tasso basso di alcool ma non è così. Si dovrebbe fare molta attenzione perché un semplice bicchiere, preso al sabato o ad una festa, può causare effetti negativi e quando si comincia ad entrare in questo tunnel è difficile tornare indietro. Anche nel nostro paese, tra i nostri amici, spesso ci capita di vedere ragazzi e ragazze che passeggiano in villa oppure vicino ai bar con in mano una birra, solo per “atteggiarsi” e attirare l’attenzione su di sé. Questo ci fa capire quanto diffuso sia il problema e quanto normale e innocuo sia considerato l’uso di alcool ritenuto “leggero”. C’è tanto dietro “il bere” c’è il cosiddetto “disagio giovanile”, vuoti affettivi da colmare, la noia, l’ansia. Tante volte mancano gli sbocchi, occupazionali, sportivi, musicali, inerenti al sano divertimento, che possano coinvolgere maggiormente i ragazzi ed evitare che gli stessi prendano strade diverse. La politica e le amministrazioni comunali dovrebbero fare in modo che ciò possa accadere, è compito della società non chiudere gli occhi dinanzi a questo problema , è compito dei commercianti rispettare e far rispettare le regole, è compito di noi giovani capire che, alla lunga, ubriacarsi non conduce da nessuna parte. Inoltre, sarebbe importante una maggiore attenzione da parte delle famiglie nell’educare i propri figli ad un corretto stile di vita ma pensiamo che altrettanta importanza la dovrebbero rivestire iniziative di sensibilizzazione al problema come quella che si è svolta nella nostra scuola.
Ricordatevi ragazzi è meglio “ubriacarsi di vita” che di alcool!
Amato Ilaria
De Vivo Lorena
Pollina Jennifer
Zaccaro Rebecca
III OSS
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12 aprile 2012
16:10 |
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Redazione
Mercoledì 11 Aprile 2012 grazie allo stage effettuato alla Città dei Ragazzi di Cosenza, le alunne della classe quarta e quinta dell’indirizzo Servizi socio sanitario, hanno incontrato Fusseyn, un uomo di trent’anni proveniente da Togo, uno stato africano dove vige un governo dittatoriale. Fusseyn ha raccontato le sue esperienze e il distacco tragico dalla sua terra…..E’ arrivato in Italia cinque anni fa con un volo di linea, destinazione Malpensa, fuggiva dal suo paese, dopo essere evaso dal carcere, era stato accusato di fare propaganda politica contro lo stato. FUSSEYN ci ha raccontato che nel 1963, il Togo fu teatro del primo colpo di stato militare in Africa. Il governo fu rovesciato da un gruppo di militari e il sergente Étienne Eyadéma, che controllava l'esercito, instaurò un regime monopartitico. Eyadéma nazionalizzò le principali risorse economiche del paese (a partire dalle miniere di fosfati), espropriandole alle società straniere che le avevano acquisite nel periodo coloniale. In segno di emancipazione dagli Europei, egli ordinò a tutti i togolesi che avevano un nome di battesimo europeo di cambiarlo con un nome locale; egli stesso si fece da allora chiamare Gnassingbé Eyadéma. Negli anni del regime di Eyadéma, molte organizzazioni internazionali (tra cui Amnesty International), denunciarono frequenti violazioni dei diritti umani da parte dei militari e del governo togolese. Nel 1993 si tennero le prime elezioni formalmente multipartitiche, che videro la vittoria quasi plebiscitaria di Eyadéma (96% dei voti). Tra l'altro, fece ripetutamente modificare la costituzione in modo da rimanere in carica per tutta la vita. Il 5 febbraio 2005, Eyadéma morì e secondo la costituzione vigente all'epoca, a succedergli alla guida di un governo di transizione (della durata massima di 60 giorni) avrebbe dovovuto essere il portavoce del Parlamento Togolese. In quel momento, il rappresentante del parlamento si trovava fuori dal paese. L'esercito togolese, controllato dal figlio di Eyadéma, chiuse le frontiere; l'aereo su cui il presidente protempore stava rientrando nel paese dovette atterrare in un altro stato africano. Il giorno successivo, il parlamento procedette a rimuovere l’avente diritto dalle sue funzioni, sostituendolo con Gnassingbé, che divenne quindi presidente ad interim. Inoltre, il parlamento modificò la costituzione eliminando il vincolo di 60 giorni come durata massima della presidenza ad interim; in questo modo, la fine del mandato di Gnassingbé venne a coincidere con la fine del mandato del padre, fissato per il 2008. Queste manovre furono eseguite, almeno formalmente, nei limiti della legalità. Le manifestazioni popolari contro Gnassingbé furono soffocate nel sangue e taciute dai mass media togolesi. Pochi giorni dopo, in risposta alle crescenti pressioni internazionali, Gnassingbé decise di indire nuove elezioni, rassegnando le proprie dimissioni il 25 febbraio. Le elezioni, che si tennero il 24 aprile seguente, che confermarono Gnassinbé come presidente del Togo, furono oggetto di molti sospetti e denunce di irregolarità e brogli, anche a causa della mancanza di osservatori internazionali durante lo svolgimento dell'elezione. A causa di questi avvenimenti, Fusseyn, arrivato in Italia, ha avuto il riconoscimento di rifugiato politico ed è stato sottoposto a un programma di integrazione per l’inserimento nel mondo del lavoro….ma terminato il programma si è ritrovato da solo e senza un soldo in tasca….La prefettura di una città del nord lo ha inviato in Calabria, dove grazie ad una Associazione “ Kalafrica “, ha lavorato come metalmeccanico in una azienda di Bisignano. Ora è senza lavoro perché il periodo di apprendistato è finito e l’azienda non ha più lavoro per lui.
Per Fusseyin è stato difficile approdare in un paese sconosciuto, solo per motivi politici, e non per mancanza di benessere economico. E’ in Italia da cinque anni ed ha difficoltà a trovare un lavoro stabile. Il suo sogno è quello di ritornare in patria dalla sua famiglia da uomo libero…in una Togo libera.
CERCHIARA FRANCESCA
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